Il pesce Serra (Pomatomus saltator)
Il pesce serra (Pomatomus Saltator) è un pesce di dimensioni discrete, dal corpo oblungo, compresso lateralmente con peduncolo codale alto e robusto, ricoperto per intero di piccole squame. La testa è ovale la bocca è grande e la mandibola lievemente prominente. Le mascelle sono munite di una serie di denti triangolari e schiacciati con i bordi molto taglienti.
La pinna codale è forcuta ma non profondamente ed ha i due lobi grandi e uguali. Il dorso è di color verdastro mentre schiarisce gradualmente sui fianchi che sono argentei fino a divenire bianco sul ventre.
Il pesce serra è un vorace predatore che si raduna in branchi per cacciare ogni preda del sottocosta. Frequenta sia le spiagge che le scogliere rocciose. Si spinge all’interno delle foci dei fiumi e frequenta le aree portuali.
Il suo morso è potente e le sue mascelle tagliano e mutilano ogni preda. Il nutrimento abituale è formato da sarde, acciughe, cefali e altri pesci del sottoriva.
La riproduzione avviene a maggio e le uova sono galleggianti e trasparenti con goccia oleosa.
Può superare il metro di lunghezza e i 10 kg. ma la taglia media è sui 50/60 cm. di lunghezza.
I periodi
Il pesce serra è un pesce pelagico che accosta stagionalmente. Da primavera fino alla fine dell’autunno è possibile incontrarlo lungo le scogliere come di fronte alle spiagge. Vi sono però alcuni ambienti che per le loro caratteristiche peculiari attraggono di più questi pesci e sono le foci dei fiumi e le zone portuali. In queste zone l’incontro con questi pesci è abbastanza frequente. I serra possono risalire i fiumi per centinaia di metri e spesso si portano a caccia anche all’interno dei porti.
La prima massiccia ondata di serra arriva in genere a Maggio; gli ultimi serra si pescano di solito a Novembre. Tali periodi sono indicativi perché influenzati dagli eventi meteorologici e climatici. Anche in pieno inverno, comunque, è possibile qualche sporadico incontro coi serra.
Gli orari
Questa pesca può essere praticata sia di giorno che di notte. L’orario migliore è forse quello del tardo pomeriggio, fino al tramonto del sole e anche un poco oltre. Anche l’alba è ottimo momento.
Gli spot
Noi qui ci riferiremo alla foce del Tevere e la limitrofa zona portuale di Ostia e isola sacra e le scogliere di focene, su fondali che vanno da pochi metri fino a una quindicina di metri. Ottimi spot sono anche i diversi relitti affondati tra le due foci del fiume e le piattaforme petrolifere.
La traina costiera
Le tecniche più utilizzate sono la traina con esche artificiali, la traina col vivo e la traina con esche morte.
Il pesce serra ha una reazione esplosiva dopo essere stato ferrato. Non compie lunghe e potenti fughe ma nuota in superficie, cambiando direzione, anche venendoci incontro, col rischio di mettere in bando la lenza e slamare il pesce, esibendosi in spettacolari salti. Per questo, tenuto anche conto che la taglia media è di 2-3 chili e che piuttosto rari sono gli esemplari che superano i 7-8 chili, è preferibile utilizzare canne morbide, da 6-12 libbre, in grado di assecondarne la reazione.
Il mulinello deve essere proporzionato alla canna e caricato con del monofilo in nylon dello 0,35-0,45 o con del trecciato da 20 libbre.
Il finale deve essere di cavetto d’acciaio da 40-50 libbre. Senza l’uso del cavetto le speranze di portare in barca un serra sono quasi nulle.
Traina col vivo:
Il pesce serra è un pesce di “bocca buona”, pertanto tutti i pesci del sottocosta possono trasformarsi in ottime esche.
I più utilizzati sono i cefali, le aguglie, i sugheri, le stelle e gli sgombri.
L’innesco avviene con due ami, uno scorrevole con funzione di trainante, l’altro fisso con funzione di ferrante.
Il pesce serra attacca l’esca al centro o in coda, quindi è in questa zona che appunteremo sotto pelle l’amo all’esca.
Sebbene i pesci serra possano attaccare anche pesci di notevoli dimensioni, per facilitarne la cattura si consiglia di utilizzare esche da 100-300 gr.
La traina col vivo si effettua a bassa velocità, 1-1,5 nodi.
Traina con esche morte:
Nella ta traina con esca morta traineremo a velocità più sostenuta, circa 2,5 nodi, e tareremo la frizione in modo che il pesce si autoferri sull’attacco, un po’ come si fa con le esche artificiali.
L’innesco viene effettuato con un cavetto di acciaio a 3 ami: uno trainante, uno a metà corpo dell’esca e uno vicino alla coda. Solo gli ultimi due ami hanno una funzione ferrante. Per stabilizzare il nuoto dell’esca si può mettere un piombino di 20-30 gr. sotto ma mandibola della stessa.
Traina con esche artificiali
Altra pesca efficace è la traina con gli artificiali. Ottimi i popper che provocano schizzi sull’acqua e sono molto rumorosi. E’ proprio il rumore che può scatenare la rabbia aggressiva del serra e indurlo ad attaccare.
Lo spinning
La stessa molla, l’aggressività, viene da noi sfruttata nella pesca a spinning. Anche con questa pesca e forse ancor più che a traina, si possono fare carnieri straordinari, sfruttando i momenti in cui i serra a caccia sono pronti a lanciarsi su tutto quanto li disturbi, o quasi.
Riepilogando
La pesca sportiva viene esercitata soprattutto a traina e a spinning.
Lungo le nostre coste, l’azione di caccia del serra si svolge principalmente in superficie ma di tanto in tanto questo predone si aggira anche sulle secche e sui relitti, anche a profondità consistenti, entrando in concorrenza con dentici e la ricciole.
L’attacco è portato con una serie di morsi che mutilano ed uccidono la preda che poi verrà ingoiata.
Il suo modo di lottare è caratterizzato da una serie di salti acrobatici da cui trae il suo nome scientifico.
L’azione di ricerca può essere facilitata da cacciate superficiali che i serra in branco sferrano sul pesce di foraggio.
Dal punto di vista culinario, il serra è un pesce di un certo interesse. Il sapore della carne è buono e si presta ad una cottura alla griglia ed al forno. Eccellenti gli esemplari piccoli cotti al sale. Può anche essere preparato in carpaccio. Ottimo, infine, per preparare il ragù con cui condire la pasta.